La pirateria negli eventi sportivi

da | Giu 27, 2025 | Cybersecurity, Informatica, News, Pirateria, Proprietà intellettuale

Secondo i dati di un recente studio condotto da Ipsos per FAPAV (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali), nel 2023 circa 4,6 milioni di italiani hanno dichiarato di aver fruito illegalmente di contenuti sportivi live – in particolare partite di calcio, gare di Formula 1 e MotoGP – attraverso streaming non autorizzati, su dispositivi personali (computer, tablet, smartphone, smart TV) o tramite la visione condivisa presso amici o familiari. Sebbene il numero sia leggermente inferiore rispetto al picco del 2018 (quasi 5 milioni), il fenomeno rimane diffuso e radicato, soprattutto tra i giovani tra i 16 e i 34 anni.

Il fenomeno delle IPTV evolute

Uno dei metodi principali utilizzato per visualizzare eventi sportivi piratati – principalmente partite di calcio, corse di Formula Uno e Moto GP – è l’utilizzo di un IPTV (Internet Protocol Television), comunemente noto con il sostantivo “Pezzotto”. L’internet Protocol Television, o pezzotto, è un sistema di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche e differisce dalla Web TV, in quanto quest’ultima si basa sulla trasmissione in streaming del segnale. Per usufruire degli eventi sportivi piratati, spesso, gli utenti acquistano “abbonamenti” al servizio illegale a prezzi molto bassi, che consentono loro di accedere a una vasta scelta di contenuti disponibili sui canali a pagamento. Nel 2025 queste piattaforme sono diventate più sofisticate: molte offrono interfacce grafiche personalizzate, sistemi di pagamento in criptovalute e app per smart TV, spesso indistinguibili dai servizi legali.

Questi “abbonamenti” pirata vengono venduti a prezzi molto competitivi (5-10 euro al mese) e consentono l’accesso non solo agli eventi sportivi in diretta, ma anche a contenuti on-demand, aumentando l’attrattiva per l’utente finale.

Nel 2023 e 2024, diverse operazioni condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate con Europol hanno portato alla chiusura di oltre 700 canali IPTV illegali, con la denuncia di oltre 1.200 persone tra gestori e acquirenti. Le pene previste per chi usufruisce di servizi pirata restano severe: fino a 8 anni di reclusione e multe fino a €25.000.

Nell’estate 2023, il legislatore italiano ha inoltre introdotto una nuova norma per sanzionare coloro che utilizzano strumenti di IPTV, la cosiddetta legge “anti-pezzotto” per provare a mettere un freno al fenomeno dilagante delle IPTV. La procura di Lecce è stata la prima, e per ora unica, a fornire i dati che ha raccolto, in particolare ha individuato più di 2mila utenti in 80 province italiane per la fruizione di contenuti sportivi trasmessi illegalmente, con sanzioni che possono andare da €154 ad €5 mila. La riproduzione non autorizzata di contenuti audiovisivi protetti dal diritto d’autore era già illegale; tuttavia, la nuova legge ha aumentato i poteri per contrastare il fenomeno nelle mani delle autorità e anche le sanzioni, ora molto salate e non solo rivolte a coloro che offrono servizi di IPTV ma anche a chi ne usufruisce.

I link illegali – metodi di condivisione

Oltre alle IPTV, la condivisione di link pirata continua a rappresentare una modalità molto diffusa per accedere gratuitamente agli eventi sportivi. Rispetto agli anni precedenti, i canali di distribuzione si sono evoluti:

  • Siti web aggregatori: nonostante il blocco sistematico da parte delle autorità italiane (tramite provvedimenti di AGCOM e supporto della Polizia Postale), molti siti riemergono con nuovi domini o utilizzano servizi di hosting decentralizzati difficilmente oscurabili. L’uso di VPN e browser come Tor permette agli utenti più esperti di aggirare i blocchi.
  • App di messaggistica: Telegram continua ad essere la piattaforma più utilizzata dai pirati. Tramite la creazione di gruppi specifici, e spesso privati, vengono condivisi in continuazione link degli eventi sportivi. Tuttavia, nel 2024-2025 si è registrato un incremento dell’uso di Discord e WhatsApp Business per la creazione di community chiuse dove vengono distribuiti link aggiornati in tempo reale.
  • Social Media: Per esempio, all’interno di specifici gruppi di Facebook vengono condivisi i link pirata o vengono avviate “dirette” e “video party” accessibili esclusivamente ai membri del gruppo, oppure su X e TikTok dove sono ancora presenti gruppi o account che diffondono link pirata, anche tramite “video live” che rimandano a portali esterni o a mirror temporanei.

Le motivazioni economiche alla base della pirateria

Le motivazioni economiche alla base delle attività dei pirati sono principalmente legate agli introiti derivanti dalle pubblicità che affiancano la riproduzione dell’evento sportivo.

Gli utenti che visionano i link, infatti, sono continuamente “bersagliati” da banner pubblicitari e cliccando all’interno della finestra per modificare le impostazioni del volume o mettere in pausa l’evento rischiano di cliccare inavvertitamente su link nascosti.

Questi link possono nascondere nel migliore dei casi delle pubblicità; tuttavia, data la natura illegale dell’ambiente in cui si muovono gli utenti, non è raro incorrere in siti truffa o malware.

In ogni caso, lato utente, alla base della pirateria c’è quasi sempre una motivazione economica. Gli utenti sono attratti da prezzi vantaggiosi, molto più bassi rispetto agli abbonamenti delle piattaforme ufficiali, mentre i gestori traggono profitto da pubblicità invasive, tracciamenti, e in alcuni casi da attività fraudolente.

Come intervenire

Nel tentativo di arginare il fenomeno, le strategie ad oggi includono:

  • Rivolgersi alle autorità (principalmente Polizia Postale o Guardia di Finanza), che grazie a strumenti automatizzati riescono ad intervenire entro pochi minuti dall’inizio di un evento sportivo piratato, bloccando le fonti principali di streaming in tempo reale. È operativo, ad esempio, il sistema Piracy Shield, promosso da AGCOM, che consente l’interruzione immediata della trasmissione illegale;
  • Le collaborazioni internazionali contro le IPTV illegali, spesso coordinate a livello europeo e globale, che vedono la partecipazione di Interpol, Europol e la collaborazione delle principali leghe sportive.
  • Educazione e campagne di sensibilizzazione, club sportivi, campionati e broadcaster investono in campagne per spiegare i rischi legali e digitali della pirateria, puntando soprattutto alle nuove generazioni.
  • Partnership tra le leghe sportive e le piattaforme digitali, nel 2023 ad esempio la Lega Serie A ha stabilito una collaborazione con Meta volta al controllo e alla vigilanza sui link pirata. In particolare, la Serie A ha ottenuto l’accesso a Rights Manager, un sistema di gestione dei contenuti sviluppato da Meta e che consente ai detentori di diritti di proteggere i propri contenuti in tutto il mondo, compresi i contenuti live in tempo reale. Attraverso l’impiego di questo sistema la Lega Serie A non solo sarà in grado di monitorare quando i suoi contenuti vengono caricati sui social della piattaforma Meta, ma è anche in grado di automatizzare il processo di sospensione delle violazioni online.
  • Richiedere supporto a una società in grado di individuare efficacemente i contenuti illeciti, monitorare la comparsa di eventuali nuovi contenuti illegali e di rimuovere gli stessi attraverso segnalazioni agli Internet service provider.

Per avere maggiori informazioni sulle procedure sopraindicate, è possibile inviarci un messaggio attraverso il nostro form dei contatti o scriverci una mail a protection@argobs.com.