Le frontiere della pirateria online – Editoria

da | Giu 27, 2025 | Pirateria

La pirateria digitale nel settore editoriale continua a rappresentare una minaccia significativa per l’intera filiera: autori, editori, librai e lettori. Negli ultimi anni, sebbene le azioni di contrasto si siano intensificate, il fenomeno si è evoluto, diventando ancora più capillare e tecnologicamente sofisticato.

Secondo l’ultimo aggiornamento della ricerca IPSOS per AIE (Associazione Italiana Editori), pubblicato nel marzo 2024, nell’anno precedente la pirateria ha sottratti all’editoria libraria italiana un fatturato di circa 705 milioni di euro, in crescita rispetto ai 528 milioni stimati nel 2020. Questo corrisponde al 24% del mercato complessivo, escludendo il settore scolastico e l’export.

A livello sistemico, il danno per il sistema Paese è vicino a 705 milioni di euro, con una perdita fiscale per lo Stato stimata in oltre 298 milioni di euro. Inoltre, si genererebbe una mancata occupazione equivalente a 4.900 posti nella filiera e circa 12.000 nell’indotto.

In generale, comunque, il trend è in decrescita, con gli atti di pirateria che nel 2023 hanno visto un calo dell’8% rispetto al 2021, portando le perdite da €771 milioni a €705.

Sempre secondo questa indagine, nel 2023 il 34% degli italiani sopra i 15 anni ha dichiarato di aver letto almeno un libro piratato negli ultimi 12 mesi, con picchi del 58% nella fascia compresa tra i 25 e i 39 anni.

 Non solo Telegram

Telegram continua ad essere una delle principali piattaforme attraverso cui circolano opere coperte da copyright. Grazie alla facilità di accesso e alla possibilità di creare canali criptati, i pirati riescono a distribuire gratuitamente intere collane editoriali, dai volumi dei concorsi pubblici ai grandi successi di narrativa e saggistica.

Tuttavia, i contenuti pirata oggi viaggiano anche su:

  • Cloud pubblici (Google Drive, Dropbox, Mega): link file-hosting vengono condivisi su forum, social network, blog e anche nei commenti su piattaforme come TikTok e Instagram.
  • Social network: gruppi Facebook, post su X (ex Twitter) e addirittura canali su Discord sono ormai strumenti consolidati per diffondere materiali illeciti.
  • Motori di ricerca: nonostante il miglioramento degli algoritmi, è ancora relativamente facile trovare siti che propongono illegalmente e-book, spesso mascherati da piattaforme “educative” o “di recensioni”.
  • Applicazioni dedicate non ufficiali: sono emerse app pirata – spesso fuori dagli store ufficiali – che aggregano e-book e li rendono disponibili con un sistema di abbonamento o gratuitamente, talvolta anche in streaming.

Di seguito, alcuni esempi relativi a “L’età fragile” di Donatella Di Pietrantonio, libro vincitore del Premio Strega 2024.

Tecnologie peer-to-peer

Anche le vecchie tecnologie peer-to-peer, seppur considerate obsolete e sicuramente meno utilizzate dall’utente medio rispetto alla metà degli anni ’00, continuano a sopravvivere nel sottobosco della pirateria digitale. Nel 2023 è stata rilasciata una nuova versione di eMule (v0.60), con aggiornamenti di sicurezza (incluso il supporto HTTPS e un miglior sistema per la correzione dei file corrotti) e un nuovo procedimento per recuperare i file danneggiati, suscitando nuovo interesse in alcune nicchie di utenti.

La condivisione dei link si è spostata sui forum privati e chiusi, su canali Telegram e community sul dark web. Ma rimane una modalità attiva, anche se meno accessibile agli utenti meno esperti.

Negli ultimi 10 anni, ovvero dall’ultimo aggiornamento di eMule, il software è stato quasi abbandonato, è infatti difficile reperire file recenti e gli utenti sono drasticamente diminuiti. Tuttavia, proprio quest’anno, prima di ferragosto, è stata rilasciata una nuova versione del software che introduce alcuni aggiornamenti di sicurezza (come l’integrazione del protocollo https) e un procedimento per recuperare i file danneggiati. Sarà da osservare quindi l’impatto di questa novità nei prossimi mesi/anni.

Il ruolo del deep e dark web

Una quota della circolazione illegali di contenuti passa infine dal cosiddetto deep web (o web sommerso), e in alcuni casi dal dark web. Qui si trovano forum e marketplace illeciti in cui si possono acquistare tutti i tipi di prodotti illegali, in cui quindi non circolano solo e-book pirata, ma si vendono intere biblioteche digitali su hard disk o accessi a repository cloud contenenti migliaia di titoli accademici e professionali.

Come intervenire

I titolari dei diritti di proprietà intellettuale possono intervenire in diversi modi per contrastare il fenomeno della pirateria nel settore dell’editoria. Il primo è sicuramente quello di rivolgersi alle autorità (principalmente Polizia Postale o Guardia di Finanza) o sperare in azioni proattive da parte di queste ultime.

Un’altra possibilità è quella di richiedere supporto a una società in grado di individuare efficacemente i contenuti illecitimonitorare la comparsa di eventuali nuovi contenuti illegali e di rimuovere gli stessi attraverso segnalazioni agli internet service provider. Per avere maggiori informazioni sulle procedure sopraindicate, è possibile inviarci un messaggio attraverso il nostro form dei contatti o scriverci una mail a protection@argobs.com.